La discussione molto accesa che ha caratterizzato l’iter della legge 107/2015 ha avuto il suo focus sulla proposta di aumentare i poteri dei Dirigenti scolastici, tant’è che uno dei pilastri della legge è senz’altro l’affermazione del principio gerarchico; l’altro è quello della competizione tra i docenti.
L’aspro scontro tra la politica e le donne e gli uomini di scuola, se da una parte non è riuscito ad impedire che, nella legge 107/2015, venissero approvate norme che affidano ai Dirigenti scolastici poteri come quello della chiamata diretta (oggi derubricata a chiamata per competenze), della distribuzione del “bonus merito” o la possibilità di nominare lo staff fino al 10% dell’organico e quello di formulare l’atto di indirizzo per il PTOF, ha consentito di limitare i danni ed ha conservato quasi tutti i poteri degli organi collegiali del vecchio Testo unico.
Un nuovo pericolo si intravede nel Decreto Madia che consentirà ai Dirigenti scolastici di sospendere all’infinito la contestazione d’addebito, mettendo sotto scacco l’insegnante con la minaccia di un provvedimento disciplinare.
"Non abbiamo firmato il contratto sulla mobilità 2017/2018 per coerenza con la posizione di intransigente contrarietà verso la chiamata diretta e agli ambiti territoriali previsti dalla legge 107/2015".
A dichiararlo è Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti.
"Apprezziamo lo sforzo della ministra Fedeli di tentare una faticosa mediazione per mitigare temporaneamente gli effetti negativi della riforma - afferma Di Meglio - ma non è bastato per superare le criticità maggiori.
“La Buona Scuola fa un passo avanti e due indietro. Rispetto alle stesure originarie di alcune deleghe della legge 107/2015, i decreti attuativi che questa mattina hanno ottenuto il via libera del CdM risultano più confusi e in talune parti peggiorati”. È un giudizio in chiaroscuro quello espresso da Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, sul pacchetto scuola approvato questa mattina dal Consiglio dei Ministri. “Ovviamente ci riserviamo un’analisi più approfondita dopo l’esame dettagliato dei testi dei decreti - precisa Di Meglio - ma da quanto si evince finora restiamo perplessi riguardo alcune scelte adottate dal Governo. Anche sul fronte delle risorse stanziate, è evidente che sono del tutto insufficienti per realizzare gli interventi promessi nei decreti. Resta comunque fermo il nostro dissenso sulla legge 107 e continueremo a batterci affinché venga modificata”.
Il giorno 4 aprile si è tenuta una riunione fiume tra Amministrazione, Governo e OO.SS. relativa all'imminente presentazione e approvazione in Consiglio dei Ministri delle Deleghe della 107/15.
La riunione è durata dalle ore 18 alle ore 23.30 senza interruzioni ed è stato spiegato che l'urgenza della convocazione è stata determinata dal fatto che il Presidente della Repubblica Mattarella la prossima settimana sarà all'estero e pertanto si deve chiudere subito la questione deleghe.
Alle OO.SS. sono stati dati solo in visione temporanea i testi delle deleghe definitive premettendo che:
- I testi sono secretati fino al Consiglio dei Ministri
- Le eventuali ulteriori osservazioni delle OO.SS. potevano sono in minima parte essere accolte poiché la Ministra ha voluto in primis inserire la maggior parte delle proposte e osservazioni approvate dalle Commissioni Parlamentari
Il fatto che siano state recepite in gran parte le osservazioni delle Commissioni Parlamentari ha rappresentato, a nostro avviso, un aumento della confusione e della complessità in alcune deleghe e un loro oggettivo peggioramento rispetto al testo originario. In sintesi le principali novità presentate delega per delega.