(ANSA) - ROMA, 21 OTT – Lo slogan “Il ministro scenda” non significa chiederne le dimissioni, ma l’apertura di un dialogo.
Temo, però, che la ministra non si confronterà con noi; in questi mesi il confronto è stato assente e quando un albero nasce storto è difficile si raddrizzi.
Lo ha detto Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, nel corso della conferenza stampa unitaria online
“La scuola è alcapolinea! La Ministra scenda!”.
“Non un atto fatto dal ministro in questi mesi è andato bene: gli spazi non sono stati reperiti, di docenti ne sono stati assunti pochi ma non sappiamo quanti. Nella gestionedell’emergenza ci vorrebbero coesione e collaborazione. Ci auguriamo che il premier intervenga: con Contee gli ex ministri dell’Istruzione avevamo sottoscritto accordi che sono stati totalmente disattesi”.
(Fonte: Ansa)
“La norma sul vincolo quinquennale contenuta nel Decreto Scuola risulta eccessivamente restrittiva, perché blocca persino i movimenti nell’ambito della stessa provincia e della stessa regione. Inoltre, rappresenta un vulnus ai diritti della contrattazione collettiva tra le cui materie figura, appunto, la mobilità”.
I cinque sindacati più rappresentativi spiegano perché aderiscono alla manifestazione nazionale indetta dal comitato Priorità alla scuola.
Fare di istruzione e formazione temi centrali nelle scelte di investimento, a partire dalla destinazione delle risorse del recovery fund. Rinsaldare l’alleanza tra scuola e società, riconoscere al lavoro nella scuola dignità e giusto valore, anche al fine di rendere più attrattiva la professione del docente, garantire su tutto il territorio nazionale edifici scolastici sicuri e adeguati a una didattica innovativa, rimuovere alla radice le cause di un divario digitale legato a insufficienze nella dotazione di dispositivi e nella rete di connessione, supportare efficacemente le istituzioni scolastiche sotto il profilo dei presìdi igienico sanitari per consentire uno svolgimento in sicurezza delle attività didattiche, evitando il rischio di nuove chiusure.
Calabria 16 domande, Molise, 7, Piemonte 30, Toscana 50, Puglia 26, Friuli 8: i primi dati ufficiali sulla call veloce parlano di un flop che, complice anche il blocco quinquennale, supera di gran lunga le più pessimistiche previsioni e lasciano presagire un numero di richieste nettamente al di sotto delle attese e risibile se paragonato alle 60.000 cattedre non assegnate sulle 84.000 previste.