In una scuola di Avigliana lotteria per pagare i supplenti temporanei, cinque su dodici resteranno a secco
ROBERTO TRAVAN
AVIGLIANA
Precari, che più di così non si può. Al punto che per incassare lo stipendio possono solamente sperare nella dea bendata. E incrociare le dita. È accaduto ad Avigliana, all'Istituto comprensivo: otto scuole pubbliche, un centinaio di docenti, oltre mille allievi. Anche una dozzina di «supplenti temporanei» (insegnanti, personale tecnico e di servizio) che lo scorso mese si sono contesi il «cedolino» con una lotteria.
Fondi insufficienti
L'ha organizzata Carla Barella, la loro preside. «Tenuto conto dei fondi ministeriali a disposizione della scuola insufficienti per pagare tutte le supplenze del mese, si è proceduto a sorteggiare il personale che verrà retribuito subito. Le persone che non sono state sorteggiate verranno retribuite non appena il ministero erogherà nuovi fondi» ha spiegato nella lettera inviata ai dipendenti.
Servivano 13 mila euro
In cinque sono rimasti a bocca asciutta perché in cassa c'era solo la metà dei tredicimila euro necessari per tutti gli accrediti. Impossibile pagarli con i fondi dell'Istituto perché sono finiti da un pezzo: «Lo Stato non ci ha ancora rimborsato i soldi che abbiamo anticipato lo scorso anno» spiega Laura Paino, responsabile amministrativa. È emergenza, insomma. La preside ha scritto al ministero del Tesoro che da gennaio eroga direttamente alle scuole il budget necessario per stipendi e supplenze. Da Roma ha però incassato solo «qualche risposta cortese ma nulla di più o di concreto».
La decisione
Allarga le braccia, Carla Barella, un po' si schermisce per l'interesse che ha scatenato la sua lotteria: «E cos'altro potevamo fare: pagare in base al merito? All'anzianità?». Impossibile dividere i soldi fra i dipendenti «per problemi di natura fiscale e previdenziale» puntualizza Laura Paino. L'idea della «riffa» è nata da un servizio che la preside una sera ha visto al telegiornale: «Una scuola toscana nella nostra stessa situazione aveva deciso di sorteggiare gli stipendi. L'iniziativa mi è sembrata buona: ne ho parlato con i miei collaboratori, l'abbiamo discussa, ragionata, decisa insieme».
«Io, esclusa»
Un paio di settimane fa la mail della «lotteria» è arrivata a supplenti e sindacati, i nomi sono stati estratti, tutto è filato liscio. «Più o meno: io sono stata sfortunata, il mio nome non è uscito» confida Claudia, 33 anni, laurea in Scienze dell'Educazione. Insegna ad Avigliana da quasi un anno. «All'inizio ho riso quando ho saputo della lotteria, ma non è certo colpa dell'Istituto se non ci sono soldi a fine mese». Per sei anni Claudia ha lavorato in una comunità psichiatrica. Poi ha cambiato idea: «Turni massacranti, volevo una famiglia. Ora faccio un mestiere bellissimo perché a stare con i bimbi si respira sempre aria freschissima». Claudia per respirare quest'aria quotidianamente fa la pendolare da Bruino ad Avigliana: «Anche due volte al giorno». Tante spese, insomma, e pure se il marito lavora, Claudia a questo impiego non vuole e non può rinunciare.
«Se mollo perdo punteggio e il posto in graduatoria». Nel frattempo a marzo ha perso lo stipendio. Probabilmente dovrà rinunciare anche a quello di aprile «perché fino ad ora il ministero non ha stanziato neanche un centesimo», annuncia la preside.