Le due proposte sono state illustrate dal coordinatore nazionale Rino Di Meglio, in una tavola rotonda cui hanno partecipato i senatori Giuseppe Valditara (Fli-Terzo Polo), Franco Asciutti (Pdl), Mario Pittoni (Lega) e Antonio Rusconi (Pd), membri della Commissione istruzione di Palazzo Madama. Due proposte «a costo zero», su cui l'Associazione chiede un'ampia convergenza in parlamento. Il primo disegno di legge, storico «cavalllo di battaglia» dell'associazione, prevede l'istituzione «nell'ambito della contrattazione nazionale e integrativa» di un'area specifica di contrattazione «per il personale docente delle scuole statali di ogni ordine e grado». Sarebbe, secondo il coordinatore nazionale della Gilda, Rino Di Meglio, «un riconoscimento morale, che evidenzia le funzioni specifiche della professione insegnante e che non costa nulla». Rilevando che «la funzione docente, nella scuola pubblica statale, discende direttamente dal dettato costituzionale» e che ha «dunque caratteristiche che la contraddistinguono nettamente dalle altre figure operanti nella Scuola» la Gilda sottolinea che «ricondurre la funzione docente ad una area specifica che precisi autonomia e responsabilità, ne definisca il profilo, riconosca la professionalità richiesta anche dalle nuove norme per la Formazione iniziale dei docenti, rappresenta una scelta non più prorogabile».
I docenti, «responsabili del processo di istruzione, e professionisti a cui è riconosciuta dalla Costituzione e da Leggi successive l' autonomia e la libertà - ha spiegato Di Meglio - devono essere ricondotti ad una disciplina del rapporto di lavoro specifica e distinta delle altre funzioni, come è già avvenuto per i dirigenti». Sui presupposti e le linee di principio di questo primo provvedimento l'accordo teorico è stato bipartisan. Tutti i rappresentanti politici presenti in sala hanno concordato sulla necessità di una «valorizzazione della professione docente» e sulla possibilità di arrivare «ad un testo concordato». Da qui, quindi la provocazione del coordinatore nazionale della Gilda, che ha invitato i quattro parlamentari ad appore la propria firma ad un progetto di legge in tal senso. L'altro disegno di legge prevede l'istituzione di un «Consiglio Superiore della docenza». Faranno parte del Consiglio nazionale: i rappresentanti eletti del personale, docente di ruolo e non di ruolo di ogni ordine e grado di scuola, i rappresentanti del personale docente della scuola non statale; i rappresentanti del mondo dell'economia e del lavoro, designati dal Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro. Il Consiglio, prevede ancora il progetto della Gilda, durerà in carica cinque anni; i suoi membri non saranno rieleggibili più di una volta. Esso eleggerà nel suo seno il vicepresidente, l'ufficio di presidenza. Non sono eleggibili nel Consiglio nazionale della pubblica istruzione i membri del Parlamento nazionale. Il Consiglio è presieduto dal Ministro per la pubblica istruzione.
Il Consiglio «svolgerà le sue attività e le sue funzioni come corpo unitario per le materie di interesse generale e attraverso comitati a carattere orizzontale e verticale per le materie specifiche». L'organismo, anche di propria iniziativa: «formulerà annualmente una valutazione sull'andamento generale dell'attività scolastica e dei servizi, anche sulla base di relazioni dell'amministrazione; darà pareri in materia legislativa e normativa attinente alla pubblica istruzione; formulerà proposte in ordine alla promozione delle sperimentazioni sul piano nazionale e locale, e ne valuterà i risultati; formulerà pareri vincolanti in merito alle modalità per la valutazione dei docenti e la loro carriera ed esprimerà, per elezione, dal suo seno i consigli di disciplina per il personale della scuola e per il contenzioso dei diversi ordini di scuola, secondo le modalità che saranno precisate nei decreti delegati».
I consigli di disciplina, precisa il progetto, «saranno formati esclusivamente da personale ispettivo, direttivo e docente, di ruolo e non di ruolo, essi avranno la funzione di organi di appello per le sanzioni disciplinari, in alternativa al ricorso giurisdizionale, curando che non sia lesa la libertà di insegnamento».
L'ufficio di presidenza coordinerà l'attività del consiglio. Infine, «sarà assicurata la pubblicità dei pareri e delle deliberazioni del consiglio. I decreti delegati stabiliranno il numero dei componenti, la ripartizione delle rappresentanze, riservando l' 80% del totale ai docenti, e le procedure per la elezione dei rappresentanti». (Ste/Zn/Adnkronos)