Scadrà il 16 maggio il termine per aderire al ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo (CEDU) promosso dalla Confederazione Generale Sindacale (CGS) contro il blocco dei contratti e delle retribuzioni dei lavoratori nel pubblico impiego.
Sono oltre 20mila i ricorrenti che finora, inserendo i propri dati personali, si sono registrati alla piattaforma informatica attiva sul portale www.ricorsocgs.it.
Obiettivo dell'iniziativa è ottenere il riconoscimento di un equo indennizzo per i 7 anni di blocco contrattuale e la riapertura immediata del negoziato all'Aran per un rinnovo contrattuale che metta a disposizione risorse economiche dignitose.
"Questo ricorso – spiega Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della FGU, che con FLP (Federazione Lavoratori Pubblici e Funzioni Pubbliche), NURSIND (Sindacato delle Professioni Infermieristiche) e Unione Artisti UNAMS costituisce la CGS – rappresenta un'occasione preziosa per docenti e Ata di far valere i propri diritti: per ogni ricorrente verrà chiesto un indennizzo che sarà quantificato in importi a partire dai 4000 euro".
"Dal Documento di economia e finanza (Def) si evince che non saranno stanziate risorse aggiuntive rispetto ai 300 milioni dell'ultima legge di Stabilità.
Ciò significa che i dipendenti statali dovrebbero accontentarsi di appena 5 euro in più in busta paga, un'elemosina offensiva che – conclude Di Meglio - dà ancora più forza al ricorso promosso dalla CGS".