ORGANICI 2016/17: INCONTRO AL MIUR

Venerdì, 29 Aprile 2016 14:48
Scadrà il 16 maggio il termine per aderire al ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo (CEDU) promosso dalla Confederazione Generale Sindacale (CGS) contro il blocco dei contratti e delle retribuzioni dei lavoratori nel pubblico impiego.

 Scadrà il 16 maggio il termine per aderire al ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo (CEDU) promosso dalla Confederazione Generale Sindacale (CGS) contro il blocco dei contratti e delle retribuzioni dei lavoratori nel pubblico impiego.

Sono oltre 20mila i ricorrenti che finora, inserendo i propri dati personali, si sono registrati alla piattaforma informatica attiva sul portale www.ricorsocgs.it.

Obiettivo dell'iniziativa è ottenere il riconoscimento di un equo indennizzo per i 7 anni di blocco contrattuale e la riapertura immediata del negoziato all'Aran per un rinnovo contrattuale che metta a disposizione risorse economiche dignitose.

"Questo ricorso – spiega Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della FGU, che con FLP (Federazione Lavoratori Pubblici e Funzioni Pubbliche), NURSIND (Sindacato delle Professioni Infermieristiche) e Unione Artisti UNAMS costituisce la CGS – rappresenta un'occasione preziosa per docenti e Ata di far valere i propri diritti: per ogni ricorrente verrà chiesto un indennizzo che sarà quantificato in importi a partire dai 4000 euro".

"Dal Documento di economia e finanza (Def) si evince che non saranno stanziate risorse aggiuntive rispetto ai 300 milioni dell'ultima legge di Stabilità.

Ciò significa che i dipendenti statali dovrebbero accontentarsi di appena 5 euro in più in busta paga, un'elemosina offensiva che – conclude Di Meglio - dà ancora più forza al ricorso promosso dalla CGS".

ricorso cgs

 

 

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