Da "IL MESSAGGERO" di venerdì 3 febbraio 2012
SEMPLiFICAZIONI Il decreto torna in Consiglio dei ministri Problemi di copertura su scuola e univeristà, la Ragioneria impone una revisione ROMA - «Senza maggiori oneri per la spesa pubblica». La dizione, sparsa in più di un articolo del provvedimento sulle semplificazioni, è la soluzione trovata dal governo per sbloccare l'emanazione del decreto-liberalizzazioni che, come ha spiegato ieri il sottosegretario Catricalà, non è mai stato sottoposto alla firma del capo dello Stato.
L'anomalo varo in due tappe del decreto è dovuto alle obiezioni poste dalla Ragioneria generale dello Stato che nelle parti del provvedimento che si occupa di scuola e università, ha scovato possibili fonti di spese non coperte. La maggiore autonomia di budget che veniva conferita agli istituti e la possibilità di sostituire gli organici di fatto e di diritto con nuovi organici, ha spinto il ministero dell'Economia ad approfondire il testo sottoposto nei giorni scorsi ad un duro lavoro di coordinamento tecni- co. L'appuntamento per il varo definitivo del provvedimento è fissato con il consiglio dei ministri che si terrà oggi nel quale sarà sottosegretario Catricalà a riepilogare i passaggi corretti rispetto alla versione precedente e spiegare Io sfoltimento delle nonne nella parte relativa all'istruzione.
Il via libera del decreto in due fasi, duramente contestato dall'ex ministro M atteoli, viene giustificato dal governo con la complessità delle materie affrontate, ma non c'è dubbio che la cautela con la quale si muove il governo si spiega anche con la volontà di presentare in aula un provvedimento più o meno inemendabile. Così come sta accadendo per il decreto liberalizzazioni, Pd e Pdl hanno affilato le anni e sono già al lavoro per concordare emendamenti da sottoporre al governo.
«Dopo un esame di sei ore» su un testo «composto da molti articoli, per trasparen:
a è bene passare nuovamente per il Consiglio dei ministri», ha spiegato ieri Catricalà.
Il sottosegretario ha anche smentito interventi del Quirinale, anche perché «il testo non gli è stato ancora inviato». Dalle nuove regole per la panificazioni sino al bollino blu, passando per appalti e carte di identità, le materie di cui si occupa il decreto sono tantissime. Come numerosi, più o meno 25, saranno i decreti ministeriali attuativi che serviranno per rendere concrete le singole misure.
Per evitare ingorghi parlamentari, la Camera ha deciso di occuparsi dal 20 febbraio di semplificazioni proprio mentre il Senato si occuperà del decreto liberalizzazioni.
Un percorso parallelo che rischia di concludersi con un incrocio di voti di fiducia.
Ma.Con.