"Esprimiamo forte dissenso nei confronti di questa norma perché, così come è stata concepita, comporta una brutale demolizione del sistema nazionale di istruzione. Basta leggere l'articolo 6 del disegno di legge nei punti in cui stabilisce la regionalizzazione dei fondi statali per il sostegno del diritto allo studio e la regionalizzazione del personale della scuola, compreso quello dell'Ufficio scolastico regionale e delle sue articolazioni a livello provinciale".
"L'istruzione è un bene comune che, in quanto tale, appartiene a tutte le cittadine e a tutti i cittadini: è sbagliato, dunque, - ammonisce Di Meglio - considerarla e trattarla come se fosse territorio esclusivo di una parte politica. Occorre, invece, muoversi con cautela e aprire un ampio dialogo in cui siano coinvolti tutti i partiti presenti in Parlamento. Raccomandiamo, dunque, di evitare pericolose fughe in avanti che rischiano di creare soltanto danni".
"In un'epoca politica in cui lo studio della Storia perde sempre più peso - conclude il coordinatore nazionale della Gilda - è importante ricordare che la cultura italiana è nata ben prima della formazione dello Stato nazionale e che, quindi, rappresenta un patrimonio da tutelare nella sua unitarietà".
Roma, 9 gennaio 2019
Ufficio stampa Gilda Insegnanti