Riflettori puntati su carriera, merito, valutazione, formazione, autonomia scolastica, precariato e alternanza scuola/lavoro al convegno della Gilda degli Insegnanti che si è svolto lunedì 6 ottobre al Centro Congressi Cavour di Roma.
Filo conduttore degli interventi è stato il ruolo dell'insegnante, che non può essere ridotto a mero educatore, come prospettato dalle linee guida del governo "La Buona Scuola", ma che invece deve trasmettere cultura e sapere.
Un concetto espresso chiaramente da Adolfo Scotto Di Luzio, docente di Storia delle istituzioni scolastiche ed educative all'università di Bergamo, che ha puntato l'indice contro la proposta, avanzata dal documento del Governo, di scambio tra le circa 150mila assunzioni dei precari e la modifica dello stato giuridico dei docenti. "Bisogna restituire importanza alle conoscenze disciplinari e alla cultura che la scuola è deputata per sua natura a trasmettere", ha sottolineato Di Luzio.
Numerosi i punti del documento contestati dal sindacato che punta l'indice contro la scarsa chiarezza delle prime operazioni a carico delle scuole e il rischio che si aggravi il fardello burocratico che già pesa sulle spalle degli insegnanti.
"Inoltre – sottolinea Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda – gli ispettori sono troppo pochi per il carico di lavoro da sostenere e mancano le indicazioni relative alla formazione di coloro che si dovranno occupare dell'autovalutazione, della valutazione esterna e della redazione dei piani di miglioramento".
"ll rapporto Ocse 'Uno sguardo sull'Istruzione 2014' diffuso oggi conferma ancora una volta il calo degli investimenti nel settore scolastico.
il governo Renzi, invece di invertire questa tendenza che si sta pericolosamente consolidando anno dopo anno, fa giochi di prestigio abbassando ulteriormente le retribuzioni dei docenti italiani ai quali toglie gli scatti di anzianità per destinare risorse a un merito da assegnare senza alcun sistema scientifico in grado davvero di individuare le eccellenze". Così Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, commenta i dati Ocse resi noti oggi e secondo cui tra il 1995 e il 2011 in Italia la spesa per studente nella scuola primaria, secondaria e post secondaria non terziaria è diminuita del 4%, posizionando il nostro Paese tra quelli Ocse con la riduzione più marcata di investimenti (-5% tra il 2000 e il 2011) .