SCUOLA: INDAGINE CIDI, STRESS MA ANCHE TANTA PASSIONE PER INSEGNANTI ITALIANI
OLTRE IL 57% NON CAMBIEREBBE COMUNQUE PROFESSIONE
(Adnkronos) - ''Insegnare, al di la' di quella che puo' essere l'immagine veicolata dai media o legata al senso comune di chi vede la
scuola dal di fuori - evidenzia la ricerca del Cidi - e' un'attivita' lavorativa difficile e impegnativa.
E' innanzitutto un lavoro che provoca stress perche' si e' direttamente a contatto con altre persone, in questo caso gli allievi ma anche colleghi, dirigenti e genitori''. D'altra parte, pero', proprio il rapporto diretto con bambini, ragazzi e giovani costituisce una delle fonti di maggior
riconoscimento, soddisfazione e gratificazione di questo lavoro.
Dopo più di 2 mesi Profumo è ancora presidente del Cnr, che controlla
La doppia poltrona del ministro
I mmaginate il figurone che avrebbe fatto, dando le dimissioni subito. Coro di elogi: finalmente uno che non ci prova neanche a tenere i piedi in due scarpe! Non lo ha fatto, purtroppo. Anzi, ha chiesto all' Antitrust: devo proprio lasciare la presidenza del Cnr? Così, giorno dopo giorno, il ministro Francesco Profumo ha finito per dar l' impressione, gli piaccia o no, di volersi tenere quella sedia di riserva. Come si tiene di riserva la «morosa vecia», non si sa mai, in attesa di vedere come va la nuova. La legge 193 del 2004, in realtà, pare chiara. All' articolo 2 dice che «il titolare di cariche di governo, nello svolgimento del proprio incarico, non può (...) ricoprire cariche o uffici o svolgere altre funzioni comunque denominate in enti di diritto pubblico». E gli dà, all' articolo 5, scadenze precise: «entro trenta giorni dall' assunzione della carica di governo, il titolare dichiara all' Autorità garante della concorrenza e del mercato (...) le situazioni di incompatibilità». Dopo di che, se proprio ci fosse qualche dubbio interpretativo, «entro i trenta giorni successivi al ricevimento delle dichiarazioni di cui al presente articolo, l' Autorità garante della concorrenza e del mercato e l' Autorità per le garanzie nelle comunicazioni provvedono agli accertamenti...» eccetera eccetera. Profumo, accolto con dichiarazioni di pubblica stima da una larga parte del mondo della politica, della scuola e dell' università, ha giurato in Quirinale il 16 novembre. I primi 30 giorni sono scaduti il 16 dicembre, i secondi 30 giorni il 15 gennaio. Da allora ne sono passati un' altra decina. Senza che venisse fatta chiarezza. Un mucchio di tempo, per un governo così rapido e operativo in altre decisioni da riuscire, nel giro di un paio di settimane dall' insediamento, a cambiare la prospettiva di vita e di pensione a milioni di persone. Un mucchio di tempo. Trascorso senza che l' esecutivo mostrasse su questo punto (come sulla scelta della trasparenza assoluta delle ricchezze immobiliari e finanziarie, dei vitalizi e delle prebende, dei voli blu e altro ancora) la fretta e il decisionismo sventolati in altri settori. Al punto che lo stesso titolare della Pubblica istruzione e dell' Università, incalzato dai giornalisti dopo che il tempo era già scaduto e mentre sul Web divampava la protesta dell' Usi e altri sindacati del pubblico impiego e dei ricercatori che si riconoscono nel sito «articolo 33.it», ha insistito: «Sto aspettando la risposta dell' Antitrust». In ogni caso, ha aggiunto, «da quando sono stato nominato ministro è stato nominato un vicepresidente al Cnr che se ne occupa e c' è pure un sottosegretario che ha la delega».
Due circostanze rendono oggi possibile e necessario discutere concretamente, forse per la prima volta, di abolizione del valore legale della laurea. L'Italia sta lavorando intensamente per rilanciare l'economia e per liberare le energie di un Paese troppo ingessato; allo stesso tempo, le norme su accreditamento e valutazione definitivamente varate la settimana scorsa dal Consiglio dei ministri in attuazione della riforma universitaria offrono le premesse indispensabili per dare corpo a un dibattito finora troppo astratto, visto che l'accreditamento costituisce l'unica alternativa credibile al valore legale.