"Poiché spetta ai collegi dei docenti deliberare sulla sperimentazione dei licei brevi, lanciamo un appello ai colleghi affinché valutino attentamente i progetti di adesione al bando del Miur ed esprimano un voto che tenga conto di tutte le criticità e delle ricadute che l'accorciamento del percorso di studi potrebbe avere sulla preparazione degli alunni e sull'organico del corpo docente".
Così Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, commenta il Piano nazionale di sperimentazione lanciato da viale Trastevere per portare gli studenti dei licei e degli istituti tecnici a diplomarsi in quattro anni.
"Il testo del decreto non è ancora stato pubblicato, ma l'impressione è che si tratti di uno specchietto per le allodole: ridurre di un anno l'iter formativo dei ragazzi non significa garantire automaticamente un posto di lavoro appena terminata la scuola superiore. Se l'obiettivo è metterci al passo con gli altri Paesi europei, - afferma Di Meglio - la strada da seguire non è questa.
Occorrerebbe, invece, realizzare diversi corsi di studio e rivedere l'intera organizzazione".
Il coordinatore della Gilda sottolinea che "il liceo breve di quattro anni è stato già sperimentato in questi ultimi anni, ma non sappiamo con quali risultati". Inoltre, secondo Di Meglio, non va sottovalutata la questione occupazionale: "Tagliando di un anno il percorso di studi, si ridurrebbe anche il corpo docenti. Si tratta di un aspetto che inevitabilmente suscita preoccupazione".
Roma, 8 agosto 2017