ROMA
Azzeramento delle penalità per il pensionamento con il solo canale contributivo dei lavoratori «precoci» under 62. E salvataggio dei cosiddetti «esodati» con una deroga alla riforma Fornero-Monti per consentire le uscite con le regole previdenziali in vigore prima del varo della manovra di Natale. L'esatta platea degli esclusi dalla riforma dovrà essere definita da un decreto ministeriale destinato a slittare al 30 giugno 2012.
A garantire il salvagente per queste categorie di lavoratori è un ristretto pacchetto di emendamenti al "milleproroghe" dei due relatori del provvedimento alla Camera, Gianclaudio Bressa (Pd) e Gioacchino Alfano (Pdl), che introduce novità anche per il personale della scuola: potrà andare in pensione con le vecchie disposizioni chi avrà raggiunto i requisiti entro il 31 agosto 2012 e non più entro dicembre 2011 come invece stabilito dal decreto "salva Italia".
Questi ritocchi dovrebbero essere accolti dal Governo, anche se non sono escluse sorprese visto che non è stato ancora sciolto il nodo della copertura, come ha lasciato intendere il sottosegretario all'Economia, Gianfranco Polillo. La questione dovrebbe essere risolta oggi quando nelle commissioni Affari costituzionali e Bilancio di Montecitorio cominceranno le votazioni sugli emendamenti, compresi quelli dei relatori, che prevedono anche lo slittamento al 2013 della stretta sulla spesa per il personale scolastico ed educativo degli enti locali. L'obiettivo è chiudere questa sera l'esame del testo che lunedì approderà in Aula.
L'emendamento sugli «esodati», ovvero coloro che, essendo con le vecchie regole previdenziali vicini al pensionamento, avevano accettato esodi incentivati e ora rischiavano di rimanere per diversi anni senza stipendio e senza pensione, poggia su una deroga al nuovo "regime". Che potrà interessare anche i lavoratori il cui rapporto di lavoro «si sia risolto, in base ad accordi individuali, in data antecedente a quella di entrata in vigore» della manovra di dicembre.
Due le condizioni per accedere alla pensione con le vecchie regole: la data di cessazione del rapporto di lavoro dovrà risultare da «elementi certi e oggettivi», indicati nel futuro decreto ministeriale; il lavoratore «alla data di risoluzione del rapporto di lavoro dovrà risultare in possesso dei requisiti anagrafici e contributivi» che, sulla base delle regole ante riforma-Fornero, «avrebbero comportato il conseguimento del trattamento pensionistico» entro 24 mesi. I relatori propongono anche di alzare da 59 a 60 l'asticella per l'uscita dei bancari collegati a fondi di solidarietà.
Per gli under 62 «precoci» (chi ha cominciato a lavorare tra i 16 e i 18 anni) è prevista la possibilità di uscire con il solo canale contributivo (42 anni e 1 mese per gli uomini e 41 anni e 1 mese per le donne) senza più alcuna penalizzazione: per raggiungere il tetto contributivo potranno essere utilizzati i contributi figurativi per maternità e servizio militare ma non quelli per l'università (laurea).
Soddisfazione per questa soluzione viene espressa dal Pd con Marina Sereni, Pierpaolo Baretta e Cesare Damiano. Ma proprio il parere presentato (e approvato) in commissione Lavoro da Damiano, insieme a esponenti di Terzo polo e Pdl, sulla necessità di modificare la riforma Fornero è stato criticato da Giuliano Cazzola (Pdl): «Non condivido il progetto, a mio avviso palese, di prendere, sul piano politico, le distanze dalla riforma Fornero per modificarla in parecchi punti qualificanti in una sede impropria» come il milleproroghe.
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