26/02/2012
Attraversoun ordine del giorno, presentato alla Camera dall'on. Paola Goisis il23 febbraio, viene chiesto di "sopprimerle definitivamente entro enon oltre l'anno scolastico 2015-2016". I posti vacanti andrebberocosì tutti i vincitori dei concorsi regionali, da attivare il primapossibile.
Non si arresta l'ostilità della Lega Nord per le graduatorie ad esaurimento comprendenti i docenti precari abilitati in attesa delle supplenze annuali e dell'immissione in ruolo. Dopo che a Palazzo Madama, in fase di revisione del decreto 'milleproroghe', i senatori Carroccio hanno tentato sino all'ultimo di respingere dalle GaE gli abilitati dell'ultimo triennio (riuscendovi solo a metà, attraverso la creazione della discussa quarta fascia), in occasione della discussione definitiva dello stesso provvedimento alla Camera hanno tentato la soluzione radicale: estirparle del tutto.
Attraverso un ordine del giorno, specifico sulle GaE, presentato dall'on. Paola Goisis il 23 febbraio, la Lega ha infatti chiesto ai parlamentari di "sopprimerle definitivamente entro e non oltre l'anno scolastico 2015-2016". E per chi conosce il contesto è quasi inutile sottolineare che se la proposta leghista avesse riscosso consensi avrebbe eliminato in un colpo solo le aspettative di circa 200mila candidati al ruolo.
Nello stesso documento, l'esponente della Lega spiega che la soluzione tout court della cancellazione delle graduatorie ad esaurimento deriverebbe dall'esigenza di procedere "con la massima sollecitudine all'indizione dei concorsi". Nel contempo, la Goisis chiede anche di attivare con sollecitudine "il Tirocinio Formativo Attivo, rivolto ai giovani che non hanno potuto conseguire l'abilitazione".È a questi giovani, quindi, che hanno svolto concorsi regionali, indetti sulla base dei posti effettivamente vacanti, che il Carroccio vorrebbe destinare i posti da insegnante.
Il progetto leghista, tra l'altro, sovvertirebbe quanto sinora espresso dal ministro dell'Istruzione, Francesco Profumo, che sul tema assunzioni ha parlato più volte di una "scatola" più grande, quella appunto delle graduatorie, da cui attingere la fetta più grande dei candidati da assumere. Quella stessa "scatola" che ora qualcuno vorrebbe far sparire.